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La notte fra il 6 e il 7 luglio 1945 nelle carceri mandamentali di Schio, nel Vicentino, si consumò un orribile fatto di sangue. Alcuni partigiani scaricarono diverse raffiche di mitra su un centinaio di prigionieri accusati di essere fascisti. Nell'eccidio perse la vita una cinquantina di persone; altrettante, miracolosamente sopravvissute, furono condannate a portare per sempre sul proprio corpo i segni del massacro. Cinquant'anni dopo, all'inizio degli anni Novanta, una troupe televisiva conduce un'inchiesta sull'episodio, raccogliendo preziosa documentazione e interviste ai testimoni, ai parenti delle vittime e ai sopravvissuti. In questo libro la ricostruzione dell'eccidio di Schio, grazie al ricco materiale ricavato nell'indagine, si allarga ad altri eventi sanguinosi di quel tragico periodo. Regolamenti di conti, esecuzioni sommarie, stragi ingiustificate, come a Oderzo o alla Cartiera di Mignagola, l'orrore delle foibe, il "triangolo della morte", la Volante Rossa e poi i processi negli anni Cinquanta: pagine macchiate di sangue della storia dell'immediato dopoguerra italiano e della faticosa nascita della democrazia dopo vent'anni di fascismo e dopo gli orrori della Seconda guerra mondiale.